VERONA NEL NOVECENTO

Tra gli itinerari proposti:

Uno straordinario itinerario che mira a valorizzare il Novecento Veronese, secolo ancora poco conosciuto; l’indagine, tra curiosità e aneddoti, è tesa a sottolineare gli aspetti fondamentali della storia, dall’unità d’Italia all’avvento della prima guerra mondiale sino all’epoca fascista. Verranno messi in luce i più significativi aspetti storici, culturali e in particolare le diverse manifestazioni artistiche principalmente scultoree, architettoniche e del restauro.

Partendo dall’eclettico palazzo delle Poste centrali, opera di Ettore Fagiuoli, tra i più in vista architetti dei primi anni ’30 del sec. XX, si prosegue  verso piazza Erbe (scultura della Civiltà italica di E.Girelli); da qui si raggiunge il suggestivo ex ghetto ebraico, la Sinagoga progettata nel 1928 da Ettore Fagiuoli, per conoscere la realtà culturale degli Ebrei a Verona. Percorrendo poi Corso porta Borsari, si ammira la casa Melegatti-Turco, l’antica e celebre sede del laboratorio-pasticceria dove, sul finire del sec.XIX , Domenico Melegatti impastò il primo pandoro, dolce originale legato alle tradizioni locali; si arriva in via Diaz con Casa Lanza rimaneggiata da Fagiuoli; superato il Ponte della Vittoria, opera sempre di Fagioli con pregevoli sculture di M.Salazzari, si giunge al quartiere di borgo Trento, testimonianza dell’inurbamento cittadino degli anni ’20, in cui trovano luogo caratteristici e affascinanti villini in stile Liberty (Villa Tedeschi, Bassani, Todesco, Cipriani, villino Brugnoli).

Palazzo Poste

I luoghi della resistenza a Verona

Un avvincente itinerario volto a conoscere la pregnante identità culturale di Verona, secondo le più svariate sfaccettature, nell’età della Resistenza, epoca contrastata densa di forti rievocazioni storiche, con particolare riferimento al drammatico periodo che da l’8 settembre 1943 arriva fino al 25 aprile 1945.

Partendo da piazza delle Poste, teatro della «battaglia delle poste» avvenuta l’indomani dell’armistizio, si prosegue verso piazza Erbe e la zona del ghetto ebraico, dove si sosta davanti alla Sinagoga, progettata da Ettore Fagiuoli, per conoscere la realtà culturale degli ebrei a Verona. Giunti poi in piazza Bra, si leggono targhe commemorative e sculture inerenti i tratti storici in esame, per  passare quindi alle iscrizioni del Municipio. Da qui si giunge in piazza Cittadella, luogo significativo perché colpito dai bombardamenti e famoso anche per il transito di colonne di deportati che l’attraversarono; seguono la caserma Montanari e la chiesa della SS. Trinità, dove videro la fuga numerosi soldati destinati ad essere deportati. Passando davanti all’educandato Agli Angeli, anch’esso duramente colpito, si imbocca corso Porta Nuova, luogo di dimora di alcuni centrali protagonisti della resistenza veronese e interessato, con le vie adiacenti, al piano di sistemazioni del 1937. Dopo essere entrati nel palazzo dell’I.N.A., versione più provinciale dello stile architettonico di Piacentini, sede delle SS con la presenza  anche di un carcere, si conclude l’itinerario alla chiesa degli Scalzi, altro carcere dal quale fu liberato il sindacalista Roveda, in un assalto commemorato dall’obelisco-cipresso posto sul giardino.

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